(CAVALIERI MARVEL)
N° 121
DEMONI DELL’OSCURITÀ
1.
La sede della
Rand-Meachum Corporation si trova in un grattacielo di vetrocemento nel cuore
di Manhattan. È relativamente piccolo se comparato agli altri edifici della
zona ma fa ugualmente la sua figura. La maggior parte dell’edificio è occupato
dagli uffici della Rand-Meachum, gli ultimi due piani ospitano l’attico dove
vive Josephine “Joy” Meachum, seconda principale azionista nonché Presidente e
COO[1]
della società, il decimo piano ospita, invece, gli uffici dello Studio Legale
Jeryn Hogarth & Partners che della società cura gli interessi legali.
È
proprio da lì che Jeryn Hogarth in persona prende l’ascensore diretto per il
piano dei dirigenti della R-M usando una chiave elettronica che sono in pochi
ad avere. Quando arriva nella sala delle riunioni del Consiglio dei Direttori
della società, vi trova il Presidente dello stesso, Daniel Thomas Rand, sua
sorella Miranda e Joy Meachum.
-Buongiorno a tutti. Immagino che vi chiederete
perché abbia chiesto di incontrarvi.-
-Fammi indovinare…- replica in tono sarcastico
Joy -… siamo di nuovo sotto attacco di una scalata ostile. Cos’è la decima
volta negli ultimi anni?-
-Mi fa piacere vedere che la gravidanza, seppur
indesiderata, non ti ha tolto il buonumore, Joy.- ribatte Hogarth sedendosi -In
realtà preferirei che fosse davvero una semplice scalata ostile, quelle so come
affrontarle, ma pare che è una cosa peggiore e, temo, molto più personale.-
Adesso
Jeryn sa di aver guadagnato l’attenzione di tutti.
Le pantere scattano in
avanti. I poliziotti sparano freneticamente ma i felini continuano ad avanzare
come se niente fosse e con uno scatto finale piombano addosso a due agenti
azzannandoli alla gola.
Per
Sabrina Morrell, Tenente della Squadra Omicidi della Polizia di San Francisco,
è un vero incubo. Le micidiali assassine
che possono trasformarsi in giaguari a cui sta dando la caccia da tempo sono
uscite allo scoperto e sotto la spietata guida del cosiddetto Dio Giaguaro stanno
massacrando gli agenti delle squadre speciali senza curarsi dei proiettili che
le bersagliano.
Sabrina
inquadra nel mirino della sua Glock l’uomo che le guida, se, è davvero un uomo
e non qualcosa di molto peggio si ritrova a pensare. Un tiro facile… se avesse
ancora i proiettili speciali che le aveva dato Collette Drumm e con cui aveva
ucciso le atre due donne giaguaro poco tempo prima. [2]
Ci
prova ugualmente ma l’unica cosa che ottiene è che il cosiddetto dio giaguaro
si volti verso di lei e la fissi con occhi di fuoco. Istantaneamente Sabrina si
sente come se fosse diventata di pietra. Gambe e braccia non le rispondono più
e lei rimane ferma mentre quell’essere le si avvicina e la sfiora con dita
artigliate dicendo:
-Sei
coraggiosa, donna… o forse solo stupida?- le solleva il mento e la fissa dritto negli
occhi per poi aggiungere -No. C’è coraggio e sfida nei tuoi occhi. Sarebbe
un vero peccato ucciderti adesso.-
Sabrina non può fare a meno di sentire un
brivido correrle lungo la schiena.
Lynne
McElwain guarda dall’ampia finestra il panorama della baia di Kowloon, i Nove
Draghi, nella Regione Amministrativa Speciale di Hong Kong.
-A cosa stai pensando?- le chiede il cinese in
piedi alle sue spalle sul cui petto nudo è tatuato un drago.
-Che questo sarebbe un posto meraviglioso dove
vivere se…-
-Se non avessero cercato di ucciderti?[3]
Accade nel tipo di lavoro che ci siamo scelti. Dovrai abituartici se vuoi
continuare a farlo.-
-E tu ti ci sei abituato, Shen Kuei?-
-Ho perso il conto delle volte in cui hanno
cercato di uccidermi. Semplicemente non ci penso e prendo le cose come
vengono.-
-Come quello che è accaduto l’altra notte?
Suppongo che per te sia normale amministrazione cambiare una donna ogni notte.
Sei mai stato davvero innamorato?-
-Sei hai letto il mio dossier, dovresti
conoscere già la risposta.-
-Lasciamo stare. Parliamo piuttosto della
nostra indagine. Sono preoccupata per Clive Reston. Temo che possa commettere
qualche sciocchezza ora che è qui a Hong Kong.-
-Non sarebbe la prima volta per lui, ma a
dispetto delle apparenze, sa badare a se stesso.-
-Questo era prima dell’attentato in cui sua
moglie è stata quasi uccisa. Le sue speranze di riprendersi dal coma sono quasi
nulle. Nel suo attuale stato mentale Reston potrebbe essere imprudente.-
-Sembra che tu tenga molto a lui.-
-Quasi non lo conosco, ma la mia famiglia ha
più di un debito morale con la sua e qualunque cosa facessi non basterebbe a
ripagarlo.-
-Conosco questo sentimento. Reston è un uomo
complesso ma ha più onore di tanti che ho conosciuto. Non so se si renda conto
di quanto sia fortunato ad avere tanti amici che si curano di lui.-
Prima
che Lynne possa rispondere il telefono di Shen Kuei squilla e l’uomo noto anche
come il Gatto risponde. Ascolta attentamente poi dice qualche parola in cinese,
quindi chiude la conversazione.
Lynne
lo guarda negli occhi e chiede:
-Guai in arrivo, non è vero?-
-Forse.- risponde lui senza sbilanciarsi -Credo
che ti convenga vestirti. Stiamo per ricevere visite.-
2.
A Paul Carson,
comandante dell’unità speciale SWAT[4]
anti superumani della Polizia di San Francisco denominata Codice Blu, sembra di
rivivere un incubo mentre un giaguaro femmina balza contro di lui incurante delle
pallottole che le sta sparando.
La
belva lo travolge trascinandolo a terra. Mentre cade sente una voce di donna
gridare:
-Paul, no!-
Sabrina
Carson non ha il tempo di pensarci. Il giaguaro sta calando le zanne alla sua
gola e lui vede la morte in faccia.
Improvvisamente
ecco che si ode una voce:
-Ferma!-
Il giaguaro si ritrae sbuffando mentre Sabrina
Morrell corre verso Carson.
-Tutto bene, Paul?- gli chiede chinandosi su di
lui.
-Un po’ di lacerazioni alla divisa e poco più,
tranquilla.- replica lui alzandosi.
Il
dio Giaguaro si avvicina e si rivolge a Sabrina:
-E così quest’uomo
è importante per te.-
-Lui… è un amico… un collega.- replica lei.
-Per questa
volta sarò generoso e vi lascerò in vita. La prossima morirete tutti. Tutti
tranne te, diventerai una delle mie spose.-
L’essere
si volta e si allontana seguito dai tre giaguari. Mentre camminano sembrano
diventare sempre più evanescenti sino a sparire del tutto.
-Se non lo avessi visto con i miei occhi non ci
crederei.- commenta Harry Callaghan Sr.
-Ma è vero e non è ancora finita.- replica,
cupa, Sabrina.
Il
posto è una villa sulla Baia di Kowloon a Hong Kong. Gli intrusi che sono
penetrati nel giardino che la circonda indossano abiti differenti ma sono
accomunati da una cosa: sono tra i migliori assassini del mondo. Si dividono in
piccoli gruppi: chi aggirando la casa, chi entrandovi direttamente dopo aver
forzato facilmente il portone d’ingresso.
Il
primo ad entrare fa solo pochi passi nell’atrio prima che un calcio rotante lo
prenda in pieno risbattendolo oltre la soglia.
Il
Gatto fissa gli altri senza parlare, immobile come se fosse una statua di
marmo. I suoi avversari sfoderano un’incredibile varietà di armi da taglio e
balzano su di lui.
Nessuna
descrizione potrebbe davvero rendere giustizia a quello che accade dopo.
Diciamo semplicemente che ad un eventuale spettatore sembrerebbe di assistere
alla scena di azione di un film di Bruce Lee. Alla fine Shen Kuei è l’unico
rimasto in piedi… o almeno così crede, perché un avversario sta arrivando alle
sue spalle stringendo nelle mani un rhumal, il famigerato fazzoletto annodato
dei Thugs indiani.
Un
proiettile lo coglie in pieno alla schiena facendolo cadere proprio mentre Shen
Kuei si stava voltando. Il Gatto alza gli occhi e sulle scale vede Lynne
McElwain con in pugno una pistola ancora fumante.
-Pare che sia arrivata al momento giusto.- dice
la ragazza.
-Non è ancora finita.- sentenzia Shen Kuei
mentre da fuori arrivano nuovi rumori.
Jeryn
Hogarth termina la sua pausa ad effetto e dice:
-Ieri sera ero a cena con mia figlia…-
-Non sapevo che Millicent fosse tornata a New
York.- lo interrompe Danny Rand.
-Parlo di Jeri, la mia primogenita. Come sapete
è tornata a New York di recente ed è stata promossa socia dello studio legale
di Rosalind Sharpe. È stata lei ad invitarmi e l’ho subito trovato strano. Io e
lei… come dire… non andiamo molto d’accordo.-
-Curioso, visto che vi piacciono le stesse
cose: le macchine veloci e le belle donne.- commenta ridacchiando Joy Meachum -O
è proprio questo il problema?-
Hogarth
le rivolge un’occhiataccia e replica:
-Se stai insinuando che non mi piace che sia
lesbica, sbagli di grosso Joy. La sua sessualità è una cosa che riguarda solo
lei. Quando si è sposata le ho anche fatto un regalo. Certo visto come è andato
a finire quel matrimonio avrei potuto risparmiarmelo.-
-Non volevo offenderti Jeryn, scusami. La mia è
stata una battuta fuori luogo.-
-Non c’è bisogno di scusarti Joy, non mi sono
offeso. Quello che divide me e Jeri è piuttosto la sua etica molto più
disinvolta di quanto io sia disposto ad accettare, non il suo stile di vita su
cui non posso certo dare lezioni.-
-Tua figlia mi è sembrata una tipa decisa.- interviene
Miranda Rand -Tutte le volte che ci siamo incontrate ho avuto la netta
sensazione che mi stesse facendo delle garbate avances ma potrei sbagliare.-
-Ne dubito. Jeri ha un debole per le bionde…
come me del resto… ed ha stile ed anche in questo ha sicuramente preso da me.-
ammette Jeryn -Ma non è il momento di parlarne adesso. Ovviamente non era solo
l’amore filiale ad aver spinto Jeri ad invitarmi a cena. Mi ha informato che
rappresentava un cliente interessato a rilevare l’intero pacchetto azionario
della Rand-Meachum al doppio del suo valore di mercato.-
-E quindi è davvero un’altra scalata.- commenta
Joy -E non poteva dirtelo durante l’orario d’ufficio?-
-Jeri mi ha chiesto di convincervi a cedere
pacificamente. Che sarebbe stato meglio per tutti se lo avessimo fatto.
Sembrava davvero preoccupata per me. La cosa mi ha scosso. Dopo cena ho fatto
una capatina su internet per cercare notizie sulla società di cui mi aveva
parlato Jeri e guardate cosa ho trovato: questo è il logo della società.-
Jeryn
mostra loro un’immagine che Danny e Miranda trovano subito inquietante.
Rappresenta un serpente che stringe tra le sue spire un drago e quel drago è
Shou Lao il cui cuore pulsante è la fonte del potere del Pugno d’Acciaio.
3.
La
città di Macao si trova nella penisola omonima che confina via terra con la
Cina Continentale per soli 310 metri. È la capitale della Regione
Amministrativa Speciale che porta lo stesso nome e gode di una grande autonomia
interna garantita dall’accordo sino-portoghese del 1999. Le sue maggiori
risorse economiche sono il turismo ed il gioco d’azzardo. Nei suoi alberghi e
casinò è possibile incontrare molti turisti provenienti dalle più varie parti
del mondo come l’uomo alto ed attraente di età indefinibile che indossa un
elegante smoking nero fatto evidentemente su misura e siede al tavolo del
blackjack di uno dei più noti casinò della zona dove ha appena vinto una
partita.
Si
alza dal tavolo e si reca al bar dove il barista gli chiede:
-Il solito, Mr. Bryce?-
-Naturalmente!- risponde l’uomo -E mi
raccomando…-
-Agitato e non mescolato, ormai lo so.-
-Credevo di essere la sola a conoscere il
Cocktail Vesper da queste parti ma vedo che non è così.-
A
parlare è stata una giovane donna bionda che indossa un abito da sera
decisamente molto scollato.
-Era il cocktail preferito di mio padre ed io
ho ereditato molti dei suoi gusti.- replica l’uomo con un sorriso ammiccante -Visto
che è un’estimatrice, posso offrirgliene uno, Miss..?-
-Beresford.
Theodora Beresford ma gli amici mi chiamano Terry. Accetto volentieri Mr…
Bryce, giusto?-
-John
Bryce, per servirla. Chang, un cocktail anche per la signora e portali a quel
tavolo là in angolo, per favore.-
-Come
desidera, Mr. Bryce.-
Pochi minuti dopo i due sono seduti
uno di fronte all’altra ed è la donna a parlare per prima dopo che il cameriere
ha servito i cocktail:
-Lei
è inglese, Mr. Bryce?-
-Ho
un passaporto britannico ma la mia genealogia è un po’ complicata: sono in
parte scozzese, in parte svizzero ed in parte…-
-Orientale,
giusto? Cinese?-
-Giapponese…
la cosa le crea problemi?-
La ragazza ride divertita poi
risponde:
-Buon
Dio, no! Sono stata l’amante di un uomo d’affari cinese per due anni. Per me
non conta il colore della pelle di un uomo ma che sia gentile e generoso.-
-Già, lo immagino. Che, ne dice, Miss
Beresford… Terry, se proseguiamo questa interessante conversazione a cena? Io
sono solo qui a Macao ed odio cenare da solo.-
-Dico che accetto volentieri.-
I
due si alzano e lei lascia che lui la prenda a braccetto. A pochi tavolini di
distanza una ragazza orientale li osserva e fa una smorfia di disgusto. Subito
dopo che sono usciti si alza lasciando sul tavolo il costo della consumazione
più una mancia generosa, poi li segue.
Quando
una persona normale non riesce a prendere sonno si rigira più volte nel letto
poi magari si alza e si mette a fare qualcosa come leggere un libro o guardare
la TV, un supereroe o supereroina nella stessa situazione si infila il suo
costume attillato e colorato poi balza fuori da una finestra e comincia a
pattugliare la città in cerca di un cattivo da combattere.
Anche
se ancora piuttosto nuova del giro, Miranda Rand non sfugge a questa regola e
così si infila il suo costume di Death Sting, che poi altro non è che una
versione del costume di Iron Fist di suo fratello con il rosso al posto del
verde ed il verde al posto del giallo, la cui scollatura quasi inguinale
consente di vedere il piccolo marchio a forma di drago formatosi nell’incavo
dei seni quando Orson Randall le ha trasferito il suo potere,[5] e
lascia silenziosamente la villa di famiglia nel quartiere residenziale di
Riverdale a Manhattan.
Il
vento le scompiglia i lunghi capelli biondi mentre balza agilmente di tetto in
tetto cercando qualcosa che forse non potrà mai trovare e ponendosi domande che
potrebbero non avere mai risposta.
Non
sa bene perché è arrivata sin qui, nella zona del porto, dinanzi ad un
magazzino apparentemente abbandonato. È come se qualcosa l’avesse attirata sino
a lì. Si ferma davanti al portone ed esita poi allunga la mano sui lucchetti
che si aprono al suo tocco.
-Decisamente curioso.- commenta perplessa.
Il
portone cede facilmente non appena lo spinge e lei aggiunge:
-Sempre più curioso.-
Entra
e si guarda intorno. Il suo sguardo è attirato da un vecchio orologio a pendolo
in un angolo. Possibile che…
Si avvicina e prova a
far oscillare il pendolo. Il mobile si sposta rivelando un passaggio segreto.
Miranda scende pochi gradini ed arriva in un luogo pieno di strani oggetti.
Comprende subito cos’è:
-Uno dei rifugi segreti di Orson!- esclama.
-Sapevo che
saresti venuta.- dice
una voce alle sue spalle -Questo è proprio un luogo adatto alla tua morte.-
Death
Sting sente un brivido correrle lungo la schiena.
Nemmeno
Jeri Hogarth riesce a dormire. Mentre la sua compagna di questa notte ancora
dorme, si alza dal letto, si infila una vestaglia ed esce sul terrazzo del suo
appartamento.
Per la prima volta da
tanto tempo questa donna che si è fatta fama di essere senza scrupoli e con
un’etica discutibile, che ha fatto assolvere le famigerate Punitrici[6] e
difende il boss di un traffico internazionale di schiave sessuali,[7] ha
davvero paura.
Questa volta il suo
studio può aver fatto il passo più lungo della gamba. Quella che sembrava una
normale pratica di consulenza ed assistenza in una transazione finanziaria si è
rivelata qualcosa di molto più sinistro, qualcosa da cui sarebbe stato meglio
stare alla larga.
Lei lo aveva capito
subito quando la giovane praticante della Sezione Commerciale dello studio era
venuta a parlarle riferendole alcune cose che la preoccupavano. Per questo lei
aveva deciso di parlare lei stessa con suo padre anche se tecnicamente l’affare
non era di sua competenza visto che lei era la responsabile del settore penale.
Anche se non erano mai stati in buoni rapporti, in qualche modo doveva metterlo
in guardia.
Suo padre si è sicuramente
accorto, che qualcosa non andava durante il loro incontro ne è sicura ma avrà
davvero capito? Forse dovrebbe rinunciare all’orgoglio e parlargli di nuovo.
Le
sue riflessioni sono di colpo interrotte quando alle sue spalle qualcuno le dà
una spinta facendola finire oltre la ringhiera e precipitare urlando dal
ventesimo piano.
4.
Death
Sting si gira verso la direzione della voce e si trova di fronte un essere
decisamente non umano, una creatura demoniaca alta almeno tre volte più di lein e decisamente molto grossa.
-Ancora una volta
hai risposto tu al mio richiamo.- dice l’essere con una voce che dà i brividi
anche a Miranda -Mi dispiace, perché non sei tu quella che vorrei
uccidere, ma pare che non ci sia scelta.-
-Perché?- chiede, Miranda -Cosa ti obbliga?-
-Una maledizione
così antica che perfino io non ricordo come e perché è nata, ti basti sapere
che ogni volta che un mortale ottiene il potere del Pugno d’Acciaio io mi
risveglio e mi metto alla sua caccia e quando lo ho trovato, lo uccido
assorbendo il suo potere . Il solo che è riuscito a sfuggirmi è Orson Randall
ed a quanto pare, tu hai preso il suo posto nell’ordine delle cose, il che non
mi dà scelta: prima di poter uccidere tuo fratello, dovrò uccidere te.-
-Vuoi dire che ci proverai ma scoprirai che non
è così facile.-
-Lottare è
inutile. Io sono Ch’I-Lin e Ch’I-Lin non può essere sconfitto.-
-Perché voi demoni dobbiate sempre ripetere il
vostro nome e parlare in terza persona non lo capirò mai.- Senza aggiungere altro Death Sting
lancia un grido e balza contro il demone sferrandogli un calcio poi fa una
capriola, passa oltre la sua testa e lo colpisce di nuovo alla schiena con i
piedi uniti per poi ricadere lontano.
-Sei brava, lo
ammetto. Riconosco lo stile di Lei Kung il Tonante, ma devi capire che la tua
resistenza è inutile: io sono del tutto immune al tuo potere e non posso essere
sconfitto. È solo questione di tempo prima che tu cada.-
E il tempo è tutto quello che mi serve, ma tu
non devi ancora scoprirlo, pensa la ragazza.
È
in giorni come questo che Sadie Sinclair vorrebbe non essere il Sindaco di San
Francisco così non si troverebbe nella necessità di dover rispondere alle
pressanti domande dei media in un’improvvisata conferenza stampa davanti
all’ingresso dell’ospedale della Contea.
Si
schiarisce la voce ed inizia a parlare:
-Prima di tutto voglio informarvi che quasi
tutti gli agenti ricoverati non sono in gravi condizioni. Solo tre sono in
rianimazione in prognosi riservata.-
-E dei morti cosa ci dice, Sindaco?- chiede una
giovane donna afroamericana -Come è stato possibile che più squadre SWAT siano
state letteralmente massacrate? Perché l’unità speciale Codice Blu, creata
apposta per fronteggiare superumani non è stata in grado di fermare questa
specifica minaccia?-
-A questo posso rispondere io.- interviene il
nuovo Capo della Polizia Stephen Keller -con voce ferma e decisa -Purtroppo gli
avversari che le nostre squadre si sono trovate di fronte erano completamente
invulnerabili a qualunque arma in loro dotazione. Nonostante questo hanno
continuato a fare del loro meglio fino alla fine. Spero che questo lo dirà ai
suoi spettatori, Miss Jones.-
Lucretia
Jones, anchorwoman della WWN, annuisce cupa poi chiede:
-E che accadrà in caso di un nuovo scontro?-
-Stiamo studiando delle opzioni. Mi perdonerà
se non intendo fornire altri particolari al riguardo.-
Un altro reporter
interviene:
-Cosa ci dice delle voci secondo cui gli
avversari in questione erano belve gigantesche? C’è un collegamento con gli
omicidi delle pantere della scorsa estate?-
-Al momento preferisco non rispondere. Ci sono
delle indagini in corso al riguardo e non intendo divulgare informazioni che
potrebbero ostacolare la cattura di eventuali sospetti. Al momento opportuno
sarete debitamente informati di tutto. Altre domande?-
Ce
ne sono anche troppe ma sia Keller che la Sinclair riescono in qualche modo a
tenervi testa. Alla fine salgono tutti e due sull’auto di servizio del Sindaco
assieme all’assistente di quest’ultima, la bionda Kate Kildare.
-Mi auguro che lei abbia davvero qualche idea
per risolvere la situazione Capo Keller…- dice Sadie mentre l’auto parte -… perché
altrimenti, anche se non ho voluto ammetterlo in pubblico, le cose non potranno
che peggiorare.-
-Preoccupata di perdere le prossime elezioni?- replica
Keller con un sogghigno.
-Non sono così cinica.- ribatte, piccata, la
donna -Mi preoccupa che ci siano in giro almeno tre assassine invulnerabili che
potrebbero far strage di altri poliziotti per tacere degli altri cittadini.-
-Già, gli onesti membri della nostra
rispettabile comunità.-
-Mi risparmi il suo sarcasmo, Keller… e non ha
ancora risposto alla mia domanda.-
-Se ho qualche idea per risolvere la
situazione? Qualcuna in effetti… e l’avverto che non la troverebbe molto
ortodossa.-
-A questo punto, non discuterei nemmeno se mi
dicesse che ha chiesto aiuto all’Arcangelo Gabriele.-
-Non ci è andata molto lontano.- replica,
criptico, Keller.
Una
donna precipita urlando da un grattacielo. Una volta che si sarà schiantata al
suolo probabilmente non rimarrà un solo osso intatto, una morte orribile. Suo
padre e la sorella che non ha mai davvero conosciuto piangeranno per lei o
saranno sollevati dalla sua scomparsa?
Jeri
Hogarth è, per sua fortuna, destinata a non saperlo perché si sente afferrare
alla vita mentre la caduta si arresta lasciandola senza fiato.
-Tutto bene, Miss?-
A
parlare è un uomo che indossa una versione completamente nera del costume
dell’Uomo Ragno e si sostiene proprio ad una ragnatela attaccata ad un’asta di
bandiera. Dio benedica il patriottismo degli americani.
-Io… credo di sì.- risponde infine Jeri -… sono
viva perlomeno e devo ringraziare te. Sei l’Uomo Ragno?-
-Sigh. Dovrò decidermi ad assumere un buon
agente. Sono il Ragno Nero, spietata nemesi di quella razza codarda e
superstiziosa che sono i criminali. Le piace come slogan?-
-Gli spietati vigilanti notturni non dovrebbero
essere cupi e silenziosi?-
-Non io. Siamo tutti chiacchieroni in
famiglia.-
Mentre
parlano il Ragno Nero scende lentamente al suolo ed una volta giù lascia la
presa su Jeri e poi le dice:
-Non mi ha ancora detto cosa le è successo,
Miss… a proposito, come si chiama? Mi piace sapere qualcosa delle donzelle che
salvo.-
-Jeri Hogarth.- risponde lei.
-Ho sentito parlare di un Jeryn Hogarth ma è un
maschio piuttosto sovrappeso e molto più vecchio di lei.-
-È mio padre.-
-Bene, Miss Hogarth, suppongo che non stesse
cercando di vedere se sapeva volare, quindi cos’è successo?-
-Ero nella terrazza del mio appartamento e
qualcuno mi ha spinto di sotto.-
-Chi? Lo sa?-
-Con me c’era solo una ragazza.-
-Una vecchia amica?-
-Non proprio. Mi era stata mandata da
un’agenzia di escort di cui mi servo di tanto in tanto. Scandalizzato?-
-Ne ho viste troppe per scandalizzarmi per
questo. Forse è stata proprio lei a giocarle questo brutto scherzo ed in questo
caso sarà già fuggita dal suo appartamento, ma per poter controllare dovrei
lasciarla sola e non me la sento mentre c’è un potenziale assassino ancora
libero. Bel dilemma.-
-Che possiamo risolvere noi per te.-
Il
Ragno Nero e Jeri si voltano nella direzione della voce e si trovano di fronte
due uomini che sono loro familiari.
-Luke Cage e Iron Fist!- esclama Ragno Nero -La
mia coppia di eroi in vendita preferita. Immagino che non siate qui per caso.-
-Voi avete lavorato per mio padre in passato.
Vi ha mandato lui?- chiede Jeri.
-In effetti è così, ma a quanto pare, stavamo
per arrivare troppo tardi. Per fortuna il Ragno Nero era da queste parti.-
-Il tempismo è sempre stato uno dei miei
superpoteri anche se di solito è pessimo.- commenta il Ragno Nero.
-Mai come l’umorismo di voi ragni.- replica
Cage.
-Ha parlato Mr. Simpatia. Bene, ora che ci
siete voi, io vado a dare un’occhiata di sopra.-
L’Arrampicamuri
oscuro lancia la sua tela e scatta verso l’alto. In pochi minuti è nell’appartamento
di Jeri. È vuoto e gli basta una rapida occhiata per rendersi conto che
l’ospite se n’è andata sulle sue gambe. Un’assassina prezzolata pagata da chi?
Forse la mancata vittima sa la risposta.
Il
rumore di una chiave che gira nella serratura lo mette in allarme ma si rilassa
quando vede sulla soglia della porta d’ingresso la massiccia figura di Cage.
-Calma, ragnetto. Siamo qui perché Miss Hogarth
deve prendere un po’ di roba prima di trasferirsi in un luogo più sicuro sotto
sorveglianza ventiquattr’ore su ventiquattro.-.
-Ottima idea. Spero che non vi dispiaccia se
sono della partita.-
-A me sta bene.-
-Anche a me.- aggiunge Iron Fist -Mentre
salivamo ho chiamato il mio vecchio amico Rafael Scarfe, che adesso è
comandante del Distretto di Polizia di Midtown Nord. Non è stato entusiasta di
essere stato svegliato nel cuore della notte ma ha capito la situazione ed ha
inviato due auto di pattuglia.-
-Bene, io non vado molto d’accordo con la
Polizia, quindi me ne andrò. Non cercatemi, vi troverò io.-
E
senza aggiungere altro, il Ragno Nero balza oltre la stessa ringhiera da cui
era precipitata Jeri Hogarth poco tempo prima e si allontana nella notte.-
-Detesto quelli come lui quando fanno così-
borbotta Cage.
5.
Una
casa sicura, un modo che hanno le varie agenzie di intelligence e le forze
dell’ordine per definire un luogo che gli eventuali nemici non conoscono e
dove, appunto, poter essere al sicuro dai loro attacchi. Nel nostro caso, è una
villetta nel Lower East Side a Manhattan.
Quando Luke Cage e Jeri
Hogarth vi arrivano trovano ad aspettarli una giovane donna dai lunghi capelli
rossi che indossa una tuta aderente di colore bianco e che porta una katana a
tracolla. Con lei un’afroamericana dalla pettinatura afro vestita di rosso che
porta a tracolla una fondina con una pistola.
-Colleen… Misty...- le saluta Cage.
-Lo so chi siete.- dice Jeri -Colleen Wing e
Misty Knight, le titolari della Nightwing Restorations, l’agenzia di
investigazioni e protezione di cui si serve spesso mio padre.-
-Ed è stato lui a mandarci qui infatti.-
replica Misty Knight -Ci ha incaricato di occuparci della sua protezione 24 su
24 finché sarà necessario.-
-Ha dato lo stesso incarico anche a me.-
conferma Cage.
La
donna dai capelli neri e corti si guarda intorno, fa una smorfia e chiede:
-E dovrò rimanere nascosta qui tutto il tempo?-
-Almeno per stanotte poi vedremo. Mi rendo
conto che non è lo standard a cui siete abituati voi Hogarth ma dovrà
adattarsi, temo. Immagino che si renderà conto che restare nel suo appartamento,
almeno per ora, può essere rischioso.- interviene Colleen Wing.
-In effetti, avrei preferito una suite al
Marriott ma immagino che dovrò accontentarmi… per ora. Per fortuna almeno la
compagnia è gradevole. Rimane lei per il turno notturno, Miss Wing? E posso
chiamarla Colleen, spero.-
Misty
allarga le braccia in un gesto di esasperazione, poi prende da parte Cage e gli
sussurra:
-Questa ci darà più guai di quanti ne abbia
dati la sua sorellastra qualche anno fa a te e Danny[8] me
lo sento. A proposito, perché non è venuto con te?-
-Mi ha mollato di colpo perché sentiva che sua
sorella era nei guai. Da quello che ha detto sembrava una cosa seria.-
-Odio queste cose mistiche. E odio ancora di
più non poter fare nulla per aiutarlo.-
-Se la caverà, non è un novellino e poi ha il
potere del Pugno d’Acciaio. Ci sono pochi avversari capaci di tenergli testa.-
-E sono quei pochi che mi preoccupano.-
Death
Sting evita a stento gli artigli del demone. È veloce, pensa, e probabilmente
anche forte quanto basta per spezzarla come un fuscello se lei gli permettesse
di afferrarla. Finora è riuscita ad evitarlo, ma non può continuare a lungo.
Deve trovare un modo per sconfiggerlo e trovarlo alla svelta.
Ch’I-Lin
ha detto di essere immune al potere del Pugno d’Acciaio ma può credergli? Non è
forse una caratteristica tipica dei demoni mentire ed ingannare? Deve correre
il rischio- Silenziosamente comincia ad attingere al suo chi, l’energia
spirituale da cui deriva il Pugno d’Acciaio.
-Ti batti bene,
ragazza.- le
dice Ch’I-Lin -… ma alla fine cadrai ed una volta che avrò
assorbito il tuo potere cercherò tuo fratello e gli farò subire la stessa
sorte.-
-Perché aspettare? Io sono già qui.-
Iron
Fist è appena arrivato sulla scena.
La
donna dai capelli biondi che entra nel Municipio di San Francisco attira
immediatamente l’attenzione dei presenti come una calamita attira il ferro. In
molti, sia uomini che donne, rimangono incantati a fissarla e si renderanno
conto solo dopo di essere rimasti letteralmente a bocca aperta.
Con
incedere elegante e sensuale ma non volgare la donna si avvicina al banco della
reception e dice:
-Buongiorno, ho un appuntamento con il
Sindaco.-
Prima
che l’addetto possa dire una sola parola si ode un’altra voce femminile:
-La Professoressa Starr, giusto? la stavamo
aspettando.-
A
parlare è stata una donna bionda con gli occhiali che tende la mano verso la
nuova venuta dicendo:
-Mi chiamo Kate Kildare e sono la responsabile
delle Pubbliche Relazioni. Se vuole seguirmi, la accompagnerò dal Sindaco,-
-Molto volentieri Miss Sinclair.-
Il
tragitto fino all’ufficio privato del Sindaco è rapido. Kate Kildare bussa poi
apre la porta. All’interno un giovanotto dai capelli castani ed una donna dai
capelli rossi stanno discutendo.
-Insomma, Bree, possiamo dire che siamo ancora
vivi grazie al tuo bel sederino… letteralmente. Se quel bel tomo del Dio
Giaguaro non si fosse preso una cotta per te…-
-Piantala Harry. Se credi che la cosa mi faccia
piacere…-
Sabrina
Morrell e Harry Callaghan Jr si zittiscono bruscamente all’ingresso della nuova
arrivata che come era accaduto poco prima calamita l’attenzione di tutti.
È il Capo della Polizia
Stephen Keller a rompere il silenzio alzandosi in piedi e dicendo:
-Benvenuta Victoria. Signori e signore,
lasciate che vi presenti la Professoressa Victoria Nutley Starr, docente all’Università
della California Berkeley. Ci siamo conosciuti qualche mese fa quando ancora
insegnavo lì e quando l’Agente Speciale Kiel ha fatto il suo nome come esperta,
ho accettato subito e le ho chiesto di aiutarci in questo difficile caso.-
-Un’altra consulente? Ne avevamo bisogno?
L’ultima si è rivelata essere un serial killer mutaforma.-[9]
interviene Sabrina.
-Le assicuro che io non lo sono, Tenente
Morrell… perché lei è il Tenente Sabrina Morrell, giusto? Ed il bel giovanotto
con cui stava discutendo al mio arrivo è l’Ispettore Harold Callaghan Jr suppongo.-
replica Victoria Nutley Starr
-Ci conosce?- esclama Sabrina.
Abbiamo qualche conoscenza comune e poi lei è
abbastanza famosa dopo che ha risolto casi che coinvolgevano la Donna Ragno e
gli X-Men. Quanto all’Ispettore Callaghan, somiglia molto a suo padre, è
impossibile sbagliarsi. Ha anche il suo stesso temperamento sanguigno?-
-Lei… conosce mio padre?- replica un sorpreso
Harry.
-Ci siamo incrociati durante una sua indagine
anni fa.-
-Come è possibile? Mio padre è andato in
pensione una trentina di anni fa e lei non ne ha nemmeno 35.-
-La mia vera età ti stupirebbe, Harry…- replica
lei ridendo -… Posso chiamarti Harry,
non è vero?-
-Ah… una come lei può chiamarmi come vuole…
cioè, voglio dire…-
-Harry, non renderti più ridicolo di quanto già
sei.- interviene Sabrina -E gli occhi di Miss Starr sono più in alto di dove
stai guardando.-
-Chiamatemi pure Victoria o Vicky se preferite.
Non sono mai stata troppo formale.-
-Scusate se mi intrometto nelle vostre
schermaglie…- interviene il Sindaco Sadie Sinclair -… ma credevo che lo scopo
di questa riunione fosse trovare un sistema per neutralizzare quel dio giaguaro
e le sue figlie prima che trasformi la città nel suo mattatoio personale.-
-Lei ha ragione Miss Sinclair.- replica la
bionda Agente Speciale del F.B.S.A. Donna Kiel -E la Professoressa Starr può
aiutarci davvero. È un’apprezzata consulente del F.B.S.A., dello S.H.I.EL.D. e
di altre agenzie sulle questioni che coinvolgono l’occulto e la mitologia. Ha
un vero talento nel risolvere casi bizzarri ed è stata una felice coincidenza
che avesse ripreso ad insegnare in quest’area proprio adesso.-
-Felice coincidenza o imperscrutabile disegno
del Fato? Chi può saperlo per certo?- ribatte Victoria -In ogni caso, sono qui
e posso aiutarvi davvero.-
-E come?- chiede Sadie -Non mi dirà che può far
sparire quelle… creature con uno schiocco di dita!-
La
donna accenna un sorriso e replica:
-Mio padre forse potrebbe farlo se lo volesse
anche se di solito preferisce non interferire con… questo genere di questioni. Per
me non sarebbe così facile ma posso fare qualcosa che a voi era negato almeno
finora: affrontare quelle belve ed il loro genitore alla pari e forse sconfiggerle
una volta per tutte.-
E
quello che i presenti vedono nei suoi occhi mentre parla li convince che non
sta scherzando.
CONTINUA
NOTE DELL’AUTORE.
Poco
da dire in realtà, quindi diamoci una mossa:
1)
Ritorna
in scena Iron Fist assieme al suo cast storico di comprimari dopo una lunga
assenza riprendendo le fila di una trama che potrebbe avere interessanti
sviluppi.
2)
Ritornano
anche gli agenti del MI6 britannico con le loro atmosfere di sapore bondiano e
se loro sono tornati, puo Shang Chi essere lontano?
3)
Chi
è Victoria Nutley Starr e perché dovrebbe essere in grado di affrontare alla
pari il Dio Giaguaro? Chi è il padre così potente a cui si riferisce? Il mio
attento supervisore e pochi altri lo avranno già indovinato, per tutti gli
altri la risposta arriverà nel prossimo episodio.
Carlo